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L'uomo che non sapeva volare

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ChristianRagazzoni's avatar
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Le giornate passano veloci e scorrono distrattamente davanti ai nostri occhi, riproponendoci sempre le stesse immagini, gli stessi suoni, le stesse flebili emozioni. Insomma la routine abbraccia chiunque, anche qui, in questo momento. In una delle piazze più grandi e imponenti del mondo, nell’orario di punta, che vede milioni di persone uscire dal proprio inesorabile lavoro, per recarsi a inglobare cibo, per lo più dai gusti improponibili. È questo il quadro ricco di nevrosi che le persone si sfiorano, incuranti di chiunque e forse, un poco, anche di se stessi. Tutti muniti di paraocchi, seguendo un moto perpetuo che li porta verso qualcosa che ritengono vitale… tutti, milioni di persone. Tranne una. Un’entità distinta, ma che veste le spoglie di qualsiasi altra che incontra sul suo incerto cammino: un uomo.

«So che è la cosa giusta da fare, me lo ripeto da mesi, continuamente. Ne ho parlato con Alba e anche lei la pensa come me. Su, un bel respiro e via, lo faccio da tutta la vita, questa volta avrò anche un pubblico… allora perché provo così tanta paura!».

Esiste qualcosa dentro di noi, forse un meccanismo azionato dal subconscio, che scatta quando ci troviamo al cospetto di qualcosa di anomalo, che va al di là della nostra percezione di “normale”. È accaduto mentre guardavamo in diretta tv le persone che piovevano giù dalle Twin Towers, nell’osservare l’acqua conquistare quello che non le apparteneva, spinta dallo Tsunami. Capita anche a quei genitori che, beffati dalle pieghe del destino, sono inermi testimoni dell’incidente mortale del proprio figlio, sdraiato a terra privo di vita, a pochi metri da loro. Concatenazioni di eventi al limite del credibile, eppure così brutali nella loro realtà.
Quest’uomo, immerso nei suoi pensieri, come tutti, non si discosta da questi particolari accadimenti. Si avvicina con passo stentato al centro della piazza affollata, fino a fermarsi lì. Nonostante il frastuono che lo avvolge, chiude gli occhi per ritrovare un equilibrio interiore e una certa concentrazione.
Come spesso accade, ci vogliono pochi secondi… attimi che separano l’uomo dalla sua evoluzione, modificando irreversibilmente il corso della storia. È così che s’innesca quel fatidico meccanismo, insito nel subconscio, pochi istanti e nessun movimento, ma l’uomo si stacca dolcemente dal terreno e sembra non voler più scendere, sfidando quello che la natura gli ha imposto per legge e che le nostre convinzioni non ci fanno capire.
Quest’uomo, sui cui documenti è impressa la dicitura: segni particolari nessuno, è immobile a un’altezza di circa dieci metri dal suolo e qualsiasi suo simile, laggiù, ha smesso di fare quello che stava facendo per osservarlo, cercando di avere delle risposte, anche se non ne esistono di concrete.

«Non abbiate paura. Mi chiamo Arthur Doyle, sono un semplice uomo, come chiunque di voi, ma sono nato con questo dono. Fratelli miei, guardatemi, posso volare!».

Nonostante siano passati pochi minuti, ogni televisione del mondo è testimone delle parole di questo uomo che afferma, da una decina di metri da terra, di saper volare. L’impronta dell’orma di Neil Armstrong si dissolve in una pozzanghera fangosa, rispetto alla portata di questo fatto unico nel tempo.
Le lacrime di Arthur Doyle mostrano la felicità, dovuta alla liberazione di un fardello troppo grande da contenere in un unico uomo, seppure così speciale.
Immerse nel silenzio dell’eternità, queste lacrime non sono ancora giunte al marmo che riveste la piazza che un boato distrugge l’incanto.

«Muori mostro!».

Così lontana la dolce ascesa di Arthur Doyle nel liberarsi in volo, dal rapido e crudele tonfo al suolo che lo priva di ogni cosa, tranne che della sua presenza nella storia.


Christian Ragazzoni’s: L’uomo che non sapeva volare
Presentato al concorso In volo  Contest: In voloARTESCRITTA, CONTEST In volo
:bulletred:ATTENZIONE: domani (domenica 3 novembre ore 23:59 ora italiana) c'è la deadline per la consegna dei vostri scritti:bulletred:
REGOLAMENTO
La tematica per questo contest sarà: In volo.
RIASSUNTO
L’autunno è ormai alle porte e, dopo un periodo zeppo d’impegni per tutti noi, unito alla fisiologica disaffezione estiva, eccoci con un nuovo interessante contest, che speriamo catturi la vostra attenzione.
È il mio turno (:iconchristianragazzoni:) e voglio proporvi qualcosa di nuovo e originale. A questo proposito ho voluto affidarvi il tema “In volo”, interpretandolo in un racconto breve (max 5000 caratteri, spazi esclusi).
Il vincitore del contest – ma non è escluso che siano selezionati altri scritti – avrà la possibilità di realizzare la sceneggiatura della sua opera - col supporto dello staff della CSO - e ne vedrà re
 , indetto da me della CSO per il nostro gruppo :iconartescritta:

Ho sempre pensato che il potere del volo fosse il più desiderato dalle persone, quello che ha dato le basi per la nascita dell’uomo superiore – supereroe – delineando per sempre quel sense of wonder nell’immaginario collettivo.
A questo proposito ho voluto scrivere un piccolo contributo al genere esternando i pensieri e le emozioni di un uomo “normale”, dalla dote “anormale”.
Questa raffigurazione del “diverso”, seppure così speciale, non esula dalla reazione violenta e insensata di un uomo – per chi non ci è arrivato è lui quello del titolo – che non ha il potere, non lo capisce e quindi lo reputa aberrante e pericoloso, da abbattere ed eliminare per sempre.
In questo breve scritto, spero di aver reso la situazione e l’atmosfera che respirava il nostro Arthur Doyle, con l’equilibrio delle giuste parole.
Infine un piccolo omaggio/citazione a un’amica inserito nel testo. Non lo svelo, ma lei capirà.
Questo scritto appartiene all’universo narrativo supereroistico denominato Super © :iconchristianragazzoni:
Comments6
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colorcaust's avatar
^^ bel racconto, ci si possono leggere vari aspetti della natura basilare umana.. di come trattiamo le cose che evadono totalmente dalla "inerme comodità" quotidiana in cui la nostra psiche vegeta (e vuole continuare a vegetare per pura e semplice attitudine), e tutte le cose che vanno a evidenziare una mancanza o incapacità individuale e collettiva e che personalmente ti toccano.. anche se dal quadro che dipingi è un umanità priva di ogni possibilità di redenzione ^^ (cosa che non è difficile da credere nel mondo reale) = )