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Trullallero

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ChristianRagazzoni's avatar
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Trullallero

Madre: «Guardalo… guardalo bene. Come può trovarsi un buon lavoro se sta tutto il giorno a scaldare il divano, giocando a quei maledetti giochi online. La notte invece si risveglia dal suo letargo e sparisce chissà dove e con chi, come se non avessimo più un figlio… hai capito? È nostro figlio cazzo, siamo prossimi alla pensione, mi vuoi dire come farà a farsi una vita, quando dovrà badare a se stesso?».

Le parole della donna tagliavano come lame affilate la povera testa del marito, scosso e rassegnato all'evidenza dei fatti. Suo figlio, il loro unico figlio, incurante delle continue urla, bestemmiava contro la tv, per l'ennesima partita persa di un soffio contro chissà quale poppante, dall'altra parte del mondo.

Padre: «Ti ho detto che non so più che fare, vuoi che gli parli ancora? Lavoro tutto il giorno, quando arrivo a casa vorrei solo un poco di pace, poter parlare con voi, mentre si mangia qualcosa di buono, insieme. Sono talmente stanco che non riuscirei nemmeno a prenderlo a calci nel culo».

La situazione era diventata insostenibile, i trentenni avevano genitori oltre i 60, li avevano concepiti tardi per via della mancanza di lavoro, una sistemazione non stabile… insomma la solita musica che sa di già sentita. Il problema era che gli anni rotolavano via, la pensione sarebbe arrivata senza scampo. Ai figli chi riusciva più a starci dietro?

Figlio: «Io esco!».

Intanto la sera era arrivata un'altra volta, inesorabile come il tempo.

Ragazza: «Ti scassano ancora con sta menata del lavoro? Gliel'hai detto che non avrai mai problemi di soldi?».

Figlio: «Non è una questione di soldi, la vedono diversa da noi, hanno le loro fisse che mi mandano in paranoia… lascia stare va, prepara due piste che non c'ho voglia di pensare a sti stronzi».

Ragazza: «Perché non te ne vieni a stare da me che facciamo quello che ci pare, che ti frega di stare con loro».

Figlio: «Vabbè la casa poi? Fagli tirare ste gambe, così si levano dai coglioni e non ci sono più problemi».

C'è una legge, non scritta, marchiata a fuoco nel dna di ogni genitore al mondo. Qualsiasi cosa fa tuo figlio, è sempre sangue del tuo sangue, l'hai creato e cresciuto, se non è come pensi che doveva essere, allora è anche colpa tua, almeno in parte. Questo è quello che pensano i genitori con un po' di tristezza negli occhi.

Ragazza: «Dai cazzo, non fare lo stronzo, ti sei pippato tutto tu, ora come faccio io… Sta zitto che mi fai paura, quando parli a vanvera… Oh cazzo ti esce sangue dal naso, chiamo un'ambulanza, stai fermo… stai calmo cazzo!».

Figlio: «Trulla… Trullallò… Trullallero…Trullallà».

Come può una generazione non sopravvivere ai propri genitori?
Eccomi, per il rotto della cuffia...

Ho cercato di interpretare il contest [link] dando un significato profondo al termine (in un tragico momento della vita del protagonista). Non mi andava di scrivere qualcosa di bislacco, forse perchè non ne sono capace.

Spero di aver partorito un pezzo spesso, degno dell'anniversario del gruppo.

Auguri al Mastro ed a tutti i membri di :icontrullallero:

Christian Ragazzoni
© 2011 - 2024 ChristianRagazzoni
Comments20
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dermamred's avatar
"Figlio: «Trulla… Trullallò… Trullallero…Trullallà»."


Se tu non avessi scritto/inserito questo "trulleggiare", il rendi-conto sarebbe stato banale.




P.S.: "Come può una generazione non sopravvivere ai propri genitori?"... Semplice; allungando la vita di quest'ultimi.